Antonio e i bambini
Sorridono. Tutti. I bambini, le bambine, sant’Antonio. Ventisette coloratissimi disegni d’autore, realizzati dalla classe dei «grandi» (5 anni) nella scuola dell’infanzia «Happy School» di Trentola Ducenta, provincia di Caserta, in occasione della peregrinatio delle reliquie di sant’Antonio nella loro parrocchia, lo scorso ottobre.
I titoli della composizione sono uguali per tutti – Sant’Antonio e i bambini –, come pure le indicazioni offerte dalle maestre ai piccoli artisti: in ogni quadro ci dev’essere il Santo al centro con un bambino e una bambina ai lati. E via di fantasia. Spesso Antonio è più grande, quasi un gigante, ma non necessariamente, e comunque mai incombente. Sul saio c’è un preciso accordo cromatico: si punta sull’iconico marrone, nonostante la statua conservata nella chiesa parrocchiale mostri Antonio con l’abito nero dei francescani conventuali, lo stesso che indossano i frati missionari giunti in paese da Padova e da Napoli. Se è per quello, la statua di Trentola Ducenta non ha nemmeno l’aureola, mentre nei disegni le aureole sono protagoniste! Per Arianna è quasi un pallone che Antonio tiene in equilibrio sulla testa come un calciatore. E quello sbuffo magenta sul petto non sarà forse una cravatta? In ogni caso, le scarpe viola sono spettacolari. Le bambine sembrano più a loro agio con le aureole. Sia Rita che Giada reinterpretano l’ampia aureola disegnata per Antonio come biondi capelli per il loro autoritratto. E a proposito di capelli, ecco Sara che presenta un «Antonio biondo», valorizzato da una raffinata capigliatura di luce. Ma l’intuizione più sorprendente è di Nicolò. Perché l’aureola solo al Santo? E noi bambini non siamo forse segnati dalla stessa luce? E allora stesso sorriso felice, stessa aureola di gioia per tutti e tre.
C’è da perdersi ad ammirare i particolari. Emerge con una limpidezza disarmante una felicità simpatica, lieta, disponibile, reale, accessibile. Una dimestichezza con i santi che dice una familiarità semplice, possibile. Non solo per un bambino o una bambina di 5 anni. Forse hanno capito più di Chiesa loro che tanti adulti… «L’idea di proporre questa attività ai piccoli è stata mia» confida fra Domenico Sportiello, parroco della Basilica di San Lorenzo Maggiore in Napoli. «Nel tempo è nata questa amicizia con la scuola dell’infanzia di Trentola Ducenta, tanto che, insieme alle suore, veniamo a incontrare i bambini nei momenti forti dell’anno, come nel caso della benedizione delle statuine di Gesù Bambino sotto Natale. In vista dell’arrivo in parrocchia delle reliquie di sant’Antonio provenienti da Padova, avevo pensato di chiedere che componessero una preghiera… Ma quale preghiera migliore, per loro, di un disegno?».
Quando è il momento di accogliere i piccoli della scuola dell’infanzia in chiesa, fra Giovanni Milani, il frate della Basilica del Santo responsabile della peregrinatio delle reliquie di Antonio, è impegnato nella benedizione dei malati casa per casa, ed è quindi fra Domenico a dare il benvenuto. Ciascun bambino porta con sé il proprio disegno da regalare a sant’Antonio, ponendo il componimento ai piedi del busto reliquiario dorato. Fra Domenico prende la parola, propone una preghiera, poi è interrotto da una domanda. Siamo a fine ottobre, da poco c’è stata la festa di san Francesco che ha parlato con il lupo e quindi… «Ma anche sant’Antonio parlava con gli animali?» chiede un bambino. L’occasione è ghiotta per raccontare del miracolo dei pesci, per rendere Antonio ancora più vicino ai piccoli uditori.
«Durante le peregrinatio delle reliquie del Santo in giro per l’Italia – racconta fra Giovanni Milani – nessuna categoria o età è esclusa dall’annuncio, e così di frequente noi missionari incontriamo i bambini della scuola dell’infanzia, oltre ai ragazzi dell’iniziazione cristiana. Con i più piccoli una delle attività riguarda proprio il miracolo della predicazione di Rimini. Chiedo alle maestre che i bambini disegnino il pesce che ciascuno preferisce; poi racconto loro la vicenda di Antonio a Rimini, facendo notare come le persone non avessero ascoltato, mentre i pesci sì. Mettiamo in scena l’episodio, e ciascuno solleva il proprio disegno nel momento dell’ascolto, a indicare la disponibilità a lasciarsi coinvolgere dall’annuncio. Se poi i piccoli vengono in chiesa a contatto con il busto reliquiario dorato, faccio notare loro il gesto di tenerezza che il Bambino Gesù compie nei confronti di Antonio: con la manina che gli porta dietro al collo “gioca” con i capelli del Santo, per indicare la confidenza e la familiarità possibile tra l’uomo e Dio, e di certo tra Antonio e Gesù. I bambini e le bambine lo capiscono benissimo».
Un lungo pellegrinaggio
La tappa di tre giorni a Trentola Ducenta per fra Giovanni è solo una delle dieci che lo hanno visto girare la Campania con le reliquie del Santo dal 5 ottobre al 9 novembre, secondo un programma serrato che gli ha permesso di incontrare tantissimi fedeli, nel nome di sant’Antonio. A distanza di qualche settimana, e «consegnate» le tante preghiere di intercessione al Santo sul suo cuore e sulla sua tomba in Basilica, in fra Giovanni rimangono impressi i molteplici incontri, da quelli a tu per tu con gli ammalati e nelle confessioni, a quelli di popolo nelle celebrazioni e nelle testimonianze pubbliche. Non ci si abitua mai allo stupore che suscita il richiamo di sant’Antonio per tante persone, con chiese magari ancora poco frequentate dopo il covid che vengono stipate di fedeli in occasione della presenza delle reliquie… «Se ripenso alla peregrinatio in Campania – confida fra Milani – mi restano nel cuore in modo speciale le realtà più periferiche e in difficoltà. Davvero in questi luoghi e per queste persone Antonio si presenta come soccorritore dei poveri e di quanti si trovano nel disagio e nelle tempeste della vita. L’ho sperimentato: gli ultimi amano sant’Antonio di un amore tutto particolare, e sono ricambiati con tante grazie che continuano a emergere anche a distanza di tempo».
E i disegni dei bimbi di Trentola Ducenta dove sono finiti? Sono arrivati in Basilica a Padova, trattati come vere e proprie preghiere. Fra Giovanni li ha passati uno a uno sul marmo verde dell’Arca del Santo, come dimostrano le foto colme di gratitudine pubblicate poi nella pagina Facebook della scuola dell’infanzia. Bambini e bambine felici in compagnia di sant’Antonio felice. Sì, sant’Antonio sorride. Non solo nei disegni.
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