Istria, i custodi della tradizione
L’Istria meridionale parla l’istrioto e mantiene vive le tradizioni e le usanze italiane, quelle in essere prima del passaggio alla Jugoslavia, poi alla Croazia, oggi sotto la bandiera blu stellata dell’Europa dell’eurozona. Una capra è il simbolo della regione la cui bellezza risiede nella soavità del paesaggio che dal verde smeraldo dei prati si trasforma nel bianco della pietra calcarea e sfuma nel verde-azzurro in prossimità delle coste della penisola adriatica. In Istria sono attive numerose associazioni di italiani, tra cui quella di Dignano, con sede a palazzo Bradamante, lo storico edificio ubicato nella piazza principale, piazza del Popolo. Restaurato dalla Regione del Veneto con i fondi della legge speciale per i palazzi veneziani, i lavori si sono concentrati sul rifacimento delle parti ornamentali della facciata e dei tondi in prossimità delle trifore.
La Comunità è la custode delle tradizioni e del folklore italiani, come ci illustra il presidente Maurizio Piccinelli, a capo di un gruppo di 1.200 iscritti: «Proponiamo tante attività per stare in compagnia, tra cui anche gite, giornate in spiaggia e feste. In ambito musicale, disponiamo di un coro misto di adulti (nella foto) che esegue soprattutto canti popolari, ma anche canti religiosi, e si esibisce almeno in quattro momenti dell’anno: in occasione della festa del patrono san Biagio, il 3 febbraio, a santa Fosca il 13 febbraio, a Pasqua e a Natale, e in altre festività religiose. I nostri “mini cantanti” sono i ragazzi che compongono il coro e frequentano la scuola elementare e media. Inoltre i ragazzi di Dignano frequentano la Scuola di musica di Pola. Abbiamo la “Filodrammatici” degli adulti e quella dei giovani. Coltiviamo i balli e i canti tradizionali, realizziamo i costumi, da lavoro e festivi, per le sfilate. Proponiamo il gruppo di teatro per ragazzi, corsi di ceramica e terracotta».
Il presidente Piccinelli accenna anche alla storia della sua famiglia: il nonno era bresciano ed è venuto qui, con tutta la famiglia, quando era ragazzo. Era il 1937 e si sono trasferiti proprio a Dignano. Hanno venduto le terre lombarde pensando al loro futuro. «Mio nonno ha sposato un’italiana dei dintorni di Dignano. Hanno comprato la casa e non si sono più mossi da Dignano, dedicandosi alla terra e coltivando olivi e viti. Il secondo dopoguerra è stato un periodo in cui, chi non si esponeva e non era implicato in politica, non veniva maltrattato. Tuttavia mio nonno era deciso a non tornare. Mia zia, invece, la sorella del nonno, non ha trovato marito qui, ma a Torino».
Recandoci nella parte settentrionale della penisola, a Umago, scopriamo che la Comunità degli Italiani «Fulvio Tomizza» raccoglie circa 3 mila iscritti. La presidente, Floriana Bassanese Radin, vicesindaco di Umago, riconfermata alla guida della Comunità, presenta i luoghi dell’italianità: la biblioteca, la sede dell’associazione in un palazzo storico in centro, la Scuola elementare Galileo Galilei. «Delle 52 comunità presenti in Istria, la nostra di Umago è nata nel 1947 – ci informa Floriana –. Abbiamo molte sezioni, ci occupiamo di pubblicazioni, ma soprattutto di mantenere attiva l’identità italiana autoctona, la memoria storica nonché di curare i valori della convivenza, del rispetto e del dialogo interculturale».
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