La Sagra del grano
L’Associazione Jelsese di Montréal rappresenta uno straordinario esempio di trapianto riuscitissimo di una cultura antica in un Paese moderno come il Canada. Questo piccolo borgo molisano, in provincia di Campobasso, ha saputo integrarsi perfettamente nella metropoli canadese grazie alla sua laboriosità, perseveranza, spirito di sacrificio, religiosità, umanità e al senso profondo dell’amicizia e della lealtà, valori che rientrano nel concetto condiviso di crianza che ogni anno raggiunge la sua massima espressione nella Sagra del grano in onore di sant’Anna. «La prima riunione dell’Associazione Jelsese di Montréal risale al 19 marzo 1966», ci racconta Andrea Passarelli, iscritto al sodalizio dal 1978, già presidente dal 2014 al 2020 (carica oggi ricoperta da Joe Di Toto). «L’idea venne a padre Cristoforo, frate originario di Campodipietra, ma che era stato al Convento Santa Maria delle Grazie di Jelsi, prima di trasferirsi in Canada. Il primo presidente eletto, nel 1967, fu Nicola Di Tempora».
Oggi l’associazione conta oltre 450 iscritti, ma gli jelsesi a Montréal sono almeno 3 mila mentre gli abitanti di Jelsi sono appena 1600. «Ci sono jelsesi anche in Argentina, Venezuela, Stati Uniti e Australia, ma la comunità di Montréal è la più numerosa e giovane». Tra le associazioni affiliate alla Federazione Molisana del Québec, quella jelsese è la più attiva. «Abbiamo nel nostro Dna la Festa del grano – prosegue Passarelli –: una sagra che ci permette di coinvolgere un gran numero di persone, anche di altre comunità. Con il grano si fa la farina, e con la farina si fa il pane: un bene comune, così il nostro messaggio di pace diventa universale». Una tradizione nobile e antica quella degli jelsesi che ha forgiato personaggi come l’ex ministro del Québec, John Ciaccia, e l’imprenditore della Ciot, Joe Panzera.
Nonostante l’associazione sia operativa tutto l’anno con vari eventi, è a fine agosto che va in scena la festa più importante: la Sagra del grano. «La festa nacque a Jelsi il 26 luglio 1805, quando un disastroso terremoto distrusse tutto il paese, ma risparmiò quasi tutti i suoi abitanti. Il giorno dopo, il paese ammassò dei covoni di grano in piazza in segno di devozione verso sant’Anna per la protezione ricevuta. La festa non è mai stata interrotta, nemmeno durante le due guerre mondiali e la pandemia. Se a Jelsi si celebra a luglio, a Montréal si festegga l’ultima domenica di agosto perché in Québec il grano matura più tardi».
Dal 2016 la festa dura tre giorni e si svolge presso la Parrocchia di San Simone Apostolo, nell’arrondissement di Ahuntsic-Cartierville. «Questa è la nostra chiesa. Dal 1982 ospita la statua di sant’Anna giunta dall’Italia, e molti jelsesi più anziani vivono ancora nel quartiere. Si comincia il venerdì sera con la Sagra du Funnateglie, piatto tipico fatto con peperoni, cipolle e pomodori arricchiti con la famosa salsiccia conservata nello strutto e poi servito con le uova. Sabato c’è uno spettacolo musicale, con poesie e recita in dialetto. Domenica, dopo la Santa Messa, la statua di sant’Anna viene portata in processione insieme a numerosi carri allegorici decorati con il grano, e alle traglie cioè mezzi di trasporto in legno a forma di slitte addobbate con grano, spighe, paglia e altri prodotti della terra», conclude Passarelli. La festa continua, tra musica e sapori tipici, fino alle 22. Poi il gran finale con i fuochi d’artificio. I giovani partecipano con entusiasmo, sia allestendo i carri sia contribuendo all’organizzazione della festa.
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