Lo sguardo lieto che contagia il mondo
«Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!». 1 Ts 5,16-24
Vorremmo soffermarci su alcuni suggerimenti che il nostro caro Paolo ci regala e che possono risultare molto utili anche per la vita di coppia e di famiglia. Cominciamo da quel «siate sempre lieti». Che cosa significa essere lieto? La parola deriva dal latino laetus, fertile, che nel tempo è andato a significare un’intima contentezza, una felicità serena. Curiosamente, laetus ha dato i natali, oltre che al termine lieto, anche alla parola «letame» (per la ben nota capacità fertilizzante di quest’ultimo). Quindi, se non scrivessimo per una rivista così illustre potremmo dirvi: «Siate lieti e fertili come la c…» (e non a caso il buon Fabrizio De Andrè ci ricordava che «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…»). In realtà, san Paolo, esortandoci a coltivare un atteggiamento costantemente lieto, intende suggerirci di coltivare un cuore che sa vedere il bene in ogni cosa, che ne sa cogliere l’opportunità, che sa sempre trovare una speranza in ciò che capita.
Questa indicazione è tanto più utile a noi contemporanei, immersi in un mondo triste, dove s’incontrano sempre più persone scontente, lamentose, che seminano pesantezza e fatica di vivere. Le persone liete, invece, trasmettono sicurezza, gioia, vitalità e non perché siano delle ingenue ottimiste o delle sempliciotte entusiaste, bensì perché – essendo seguaci di un Padre che ci ama follemente, che è sempre disponibile a perdonarci e a riallacciare quel profondo legame d’amore con noi, che ci ha donato suo figlio mostrandoci come la morte non abbia l’ultima parola – sanno bene «che tutto concorre al bene, per coloro che amano Dio» (Rm 8,28).
Siamo consapevoli che questo mondo sembra andare sempre più in rovina. La persona lieta, però, sa vedere oltre, sa godersi il gusto buono di una chiacchierata, di una passeggiata in una giornata tiepida, di una risata condivisa. Un marito o una moglie lieti sono dunque persone che, consapevoli di essere amate e salvate dalla grazia del Padre, sanno vedere, per esempio, il meraviglioso uomo che diventerà il proprio figlio anche nel momento in cui, da adolescente, li tratta male e sembra pensare solo ad avere capi firmati; sanno cogliere nel partner il potenziale di bene che ha dentro; sono sensibili alle ferite dell’animo umano e le percepiscono come praterie nelle quali far scorrazzare i «cavalli» di quell’amore che hanno ricevuto dal Padre.
La persona lieta ha il proprio «radar» sintonizzato sulle cose belle della vita: e così, in un litigio con il partner coglie l’occasione per capirsi meglio e crescere come coppia; in una crisi, vede un’opportunità per trovare equilibri migliori; in una società di scontenti, si sente una missionaria della speranza. Una persona lieta rende continuamente grazie, perché ha un animo traboccante di bellezza che la induce a trovare molte più ragioni per ringraziare che per chiedere o pretendere. Una persona lieta, inoltre, è molto realista: chi si lamenta, infatti, si lamenta in genere per ciò che manca, che non c’è, mentre una persona lieta lo è perché apprezza ciò che c’è.
La questione a questo punto, però, è: in che modo posso coltivare un animo lieto? Come moglie o come marito lo faccio, per esempio, quando:
- sono grata/o del fatto che mio marito/moglie è ancora al mio fianco e non mi ha lasciato nonostante i miei molti limiti;
- sono grata/o del fatto che mi voglia bene e me lo dimostri, secondo le sue modalità;
- sono grata/o del fatto che mio marito/moglie metta a disposizione i suoi talenti per le necessità della nostra famiglia e per la società;
- ringrazio mio marito/moglie per le volte che mi ascolta e accoglie con pazienza le mie emozioni o mi supporta nei momenti impegnativi;
- ringrazio per la presenza di mio marito/moglie nell’educazione dei figli;
- sono grata/o di essere vivo, di tutto quello che ho la possibilità di fare, sentire, provare.
Come sposi, quando:
- ringraziamo il Padre celeste per il dono del nostro amore e della nostra famiglia;
- sappiamo vedere la bellezza dei nostri figli come superiore ai loro difetti;
- ci sentiamo amati singolarmente e in coppia da Lui che ci ha donato il suo Figlio come dimostrazione d’amore nei nostri confronti.
Le persone liete fecondano la terra, sono portatrici di speranza, sono persone belle dalle quali farci contagiare. Sono persone che sanno anche stare nel dolore della vita, quando arriva, e cogliere in esso una sapienza redentrice. Gesù è l’emblema della persona lieta. San Francesco, nella sua perfetta letizia, è stato uno dei suoi migliori imitatori. Noi possiamo provare a esserlo, un giorno alla volta, sempre un po’ di più, cercando di portare la luce dello Spirito nella nostra coppia e nella nostra comunità. Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente e in ogni cosa rendete grazie.
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