Questione di sguardi

Siamo preziosi agli occhi di Dio e agli occhi di chi ci guarda con lo sguardo di Dio. Perché ce ne siamo dimenticati? Occhi nuovi servono, pazienti. Lo dice fra Daniele La Pera nella sua nuova rubrica «Voglia di volare», dedicata ai giovani.
21 Febbraio 2017 | di

Quanta bellezza rimane nascosta al nostro sguardo. Eppure gli occhi sono in grado di vedere, ma non sempre siamo disposti a soffermarci abbastanza a lungo per poter cogliere pienamente il significato delle cose e delle persone, il loro segreto, la misteriosa bellezza che le abita.

Occhi pigri. Potremmo parlare di occhi pigri, che riflettono un atteggiamento interiore ormai largamente diffuso: ci siamo abituati a guardare l’altro solo da una prospettiva, quella del momento, quella che mi ha colpito.

Vista annebbiata. Potremmo parlare di vista annebbiata che filtra la percezione dell’altro attraverso la coltre dei nostri parametri, stati d’animo, pregiudizi. Poveri occhi: sono aperti, ma sembrano spenti, percepiscono, ma non vedono...

Spesso sono occhi stanchi. «Guardami negli occhi» dicevo a quello sguardo che non aveva il coraggio di fissarmi mentre mi parlava di sé. «Fatti vedere» ripetevo all’amico quando si nascondeva dal mondo.

Cosa ci siamo persi? Cosa stiamo rischiando di trascurare? Stiamo dimenticando di guardare le cose per come sono e, insieme, stiamo perdendo la capacità di contemplarci e di stupirci vicendevolmente. È una questione di sguardi. Sguardi da riconoscere, da valutare, da correggere, ma soprattutto da maturare. Perché ci sono cose che devono essere viste, ne vale la pena.

Occhi pazienti. Abbiamo bisogno di occhi pazienti, che sappiano reggere il confronto, lo scontro e la fatica, per vedere oltre, per vedere meglio.

Occhi nuovi, che imparino a vedere e a lasciarsi guardare, perché lo sguardo che ci raggiunge potrebbe portarci una buona notizia, quella di un amore a lungo desiderato, l’unico sguardo che, davvero, ci farà aprire gli occhi.

 

«Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo». Is 43,4

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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