Ragazzi, attenti al morbillo!

A volte ritornano. E così fa il morbillo, con oltre un migliaio di casi in Italia nel 2024 contro i 44 del 2023, concentrati negli ultimi mesi dell’anno precedente.
16 Marzo 2025 | di

A volte ritornano. E così fa il morbillo, con oltre un migliaio di casi in Italia nel 2024 contro i 44 del 2023, concentrati negli ultimi mesi dell’anno precedente. Ma anche nel resto del mondo si registrano curve in risalita, dopo la pausa degli anni in cui le misure antipandemia hanno tenuto a bada anche la trasmissione di questo virus, che tendiamo sempre a sottovalutare. Per chi ha più di 50 anni, infatti, le malattie esantematiche dell’infanzia, quelle per cui con la febbre ci si riempiva di puntini (o vescicole, nel caso della varicella), erano una sorta di rito di passaggio obbligato. I genitori ci facevano incontrare amici o cuginetti malati perché le prendessimo da bambini, scongiurando il pericolo di farle in forma più grave da adulti. Nessuno pensava alle conseguenze, che tuttavia non sono trascurabili (epatiti, congiuntiviti, otiti, polmoniti) e talvolta, come nel caso delle encefaliti, possono lasciare danni permanenti dal punto di vista motorio o sensoriale (per esempio, sordità). La più temibile è la panencefalite sclerosante subacuta (PESS), una progressiva perdita delle funzioni cerebrali inevitabilmente letale, che compare a distanza di anni dall’infezione iniziale, per cui allora nessuno ci pensava.

Vaccinati, ma non abbastanza

Oggi che sappiamo tutto questo, però, e che abbiamo un vaccino sicuro ed efficace, tutte le autorità sanitarie nazionali e internazionali sono impegnate nello sforzo di eradicare la malattia, come già si è fatto per il vaiolo, ma l’obiettivo continua a sfuggire. La data che ci si pone per raggiungere questo obiettivo continua a essere spostata in avanti, mentre il virus torna a bussare alla porta anche di Paesi da cui era stato eliminato. In Europa, nel 2024, sono stati notificati più di 16.500 casi di morbillo. L’87% circa dei casi non erano mai stati vaccinati contro il morbillo, ma più dell’8% credevano probabilmente di essere protetti avendo ricevuto una dose di vaccino. In Italia l’anno scorso non era vaccinato il 90% di coloro che si sono ammalati, mentre poco meno del 6% pensava di esserlo, avendo ricevuto una dose. Purtroppo, invece, dopo i primi anni dalla sua introduzione si è capito che, per garantire la protezione di oltre il 95% delle persone vaccinate, occorrono due iniezioni a distanza di tempo.

Anche in Italia quindi molti giovani adulti, cresciuti in famiglie che si sono affrettate a proteggerli a cavallo degli anni Novanta, non sanno di poter essere vulnerabili. Questo spiega perché il morbillo non è più solo una malattia dell’infanzia (sebbene nei primi anni di vita il rischio di contagio sia al massimo): l’età mediana dei casi segnalati l’anno scorso in Italia è infatti pari a 30 anni; più della metà era tra 15 e 39 anni e quasi un altro quarto aveva più di 40 anni. Questi adulti rischiano poi involontariamente di contagiare i piccolissimi, sotto l’anno di età, che ancora non si possono vaccinare. Il 2025 sembra iniziare con nuovi focolai. Anche se siete grandi, meglio controllare di essere protetti.

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Data di aggiornamento: 18 Marzo 2025
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