Ritornare libere sui banchi di scuola
Non c’è pace sotto il cielo del Nord Kivu, regione orientale della Repubblica democratica del Congo, dove, dal 1996, a fasi alterne, si è susseguita una serie di conflitti violentissimi, per l’accaparramento delle risorse minerarie. L’ultimo risale al marzo 2022, quando un gruppo di ribelli, l’M23, considerato sconfitto, è tornato a terrorizzare le popolazioni. C’è chi dice che i morti in questi anni di guerra abbiano superato i 5 milioni, mentre oggi gli sfollati intorno a Goma, la capitale della regione, secondo MSF (Medici Senza Frontiere), sono 600 mila, anche a causa di due recenti eruzioni vulcaniche. Le condizioni nei campi sono disperate, con scarsità di acqua e cibo. La mortalità è doppia rispetto al livello considerato di guardia: 2 decessi ogni 10 mila persone, ovvero 120 persone al giorno.
Di fronte al dolore della sua gente e a tante persone senza un domani, padre Bacibone Baciyunjuze Deogratias, congolese anche lui, parroco di San Francesco Saverio, nel quartiere Cristo Re a Karisimbi, nella prima periferia di Goma, non chiede cibo, né acqua: chiede di aiutarlo a coltivare una speranza nel cuore della tenebra. «Molte donne sole, spesso con bambini, non torneranno più ai villaggi per la troppa insicurezza – spiega –: bisogna trovare il modo perché si possano sistemare a Goma».
Una sfida quasi impossibile, per chi conosce la condizione femminile nel Paese africano. «Le donne non sanno né leggere né scrivere – continua padre Deogratias –, da una parte a causa dell’estrema povertà, dall’altra a causa di un retaggio culturale duro a morire, secondo il quale ogni risorsa è riservata al figlio maschio. Ma senza un’alfabetizzazione di base, senza la capacità di far di conto, non solo è preclusa ogni possibilità d’imparare e di confrontarsi con altre culture, ma è impossibile aprirsi una piccola attività».
Le donne dei campi profughi non solo hanno fame e sete, ma corrono costantemente il rischio della violenza. Sempre secondo MSF, in due settimane, nelle tendopoli intorno a Goma, 674 donne hanno subito violenza sessuale, spesso mentre andavano in cerca di acqua e cibo. Sono loro, con i loro figli, i più fragili tra i poveri. Una situazione insostenibile che padre Deogratias tenta di capovolgere, dimostrando che un’altra strada è possibile. Chiama a raccolta la sua gente, riunisce le poche risorse e tira su tre aule fino al tetto: vuole fondare una scuola di alfabetizzazione femminile. Poi i soldi finiscono e quegli scheletri di aule rimangono fermi per più di un anno, diventando un inno alla resilienza. Poi padre Deogratias viene a sapere per caso di Caritas sant’Antonio e la speranza si riaccende: «Un mio confratello da voi aiutato mi ha suggerito di contattarvi, ché forse potevate darmi una mano».
La richiesta di aiuto arriva nell’ottobre del 2022: i soldi già spesi dalla comunità locale per le aule sono 22 mila euro, ne mancano altri 28 mila per realizzare il sogno. Le richieste sono tre: il completamento della costruzione delle aule, i banchi e le attrezzature e un serbatoio d’acqua da 5 mila litri. Caritas sant’Antonio approva il progetto per intero. A maggio del 2023 le aule sono una realtà. La scuola è in funzione ed è organizzata in tre gradi di difficoltà: «Il primo livello è per chi non ha mai toccato penna – spiega padre Deogratias –. Si insegna l’alfabeto, le parole “generatrici” come “famiglia”, “pace”, “non-violenza”, “risparmio”. S’impara a contare da zero a cento, le quattro operazioni e le unità di misura. Nel secondo livello si approfondisce la lingua swahili e la matematica, applicando quest’ultima all’economia del quotidiano. Il terzo livello introduce anche la lingua francese, scritta e parlata». Ogni ciclo dura 10 mesi, per 4 giorni alla settimana.
Nella parrocchia di San Francesco Saverio l’iniziativa ha grandissimo successo: delle 60 donne preventivate all’inizio, se ne iscrivono molte di più dai 16 ai 50 anni. Si mettono panche anche ai bordi delle aule, semplici cuscini per terra, se occorre; l’attenzione è altissima, nonostante a volte qualche neonato gattoni tra i banchi. C’è piena consapevolezza che quella è un’opportunità. Nelle classi è un tripudio di vesti colorate e di sorrisi, nonostante tutto.
Padre Deogratias, sacerdote e uomo illuminato, ha in progetto anche un percorso di formazione professionale, ma è ancora presto per pensarci. Di sicuro ha piantato un seme di luce nelle tenebre.
Segui il progetto su www.caritasantoniana.org
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