Sotto lo stesso cielo
Lo studio proposto non vuole essere sistematico, ma piuttosto evocativo: l’obiettivo è quello di far emergere alcune somiglianze tra la spiritualità ebraica e quella di Francesco d’Assisi. L’analisi dei testi mostra una attenzione dell’assisiate alla pagina biblica, specialmente alle «parole e ai nomi» di Dio, un utilizzo del tau, ultima lettera dell’alfabeto ebraico, e di un saluto («pace e bene») che molto ricorda lo shalom. Non solo, però, le azioni: anche gli atteggiamenti di Francesco hanno delle assonanze con l’ebraismo: ad esempio, nel Cantico delle Creature, la lode di Francesco assume dei toni molto simili a quelli delle benedizioni ebraiche (Berakot). Come queste ultime venivano pronunciate di fronte a ogni situazione della vita, così anche Francesco loda il Creatore per tutto intero il creato, in un atteggiamento di gratitudine e restituzione.
Da dove provenga questa affinità non è ben chiaro. Alcuni hanno supposto che Francesco sia venuto in contatto con le comunità ebraiche di cui si ha traccia in quel tempo e in quella zona; altri addirittura hanno ipotizzato un’origine ebraica del figlio di Pietro di Bernardone. L’autore non si sbilancia, pur mettendo in luce alcuni indizi che sembrano sostenere queste tesi. Interessante è anche il rilievo di una somiglianza tra i testi di Francesco e quelli chassidici del secolo XVIII.
La conclusione dell’autore è che tale affinità forse nasce dall’unico Spirito che «suscita nell’uomo libero pensiero e atteggiamenti comuni, prescindendo da periodi storici, background sociali e culturali».
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