Vorrei farmi frate, ma come faccio a lasciare il lavoro?
Una mattina, dopo la preghiera del mattino e la messa, mentre salutavo sant’Antonio alla sua tomba prima di dedicarmi ai tanti appuntamenti del giorno, pensavo al nostro lavorare e faticare… al nostro stressarci e lasciarci trascinare qua e là dalle mille cose da fare e da terminare entro un certo tempo, perché le scadenze s’impongono, perché tutto corre veloce… Sì, pensavo a noi, e mi veniva in mente una questione su cui ci siamo confrontati lo scorso anno, durante l’incontro del Gruppo Vocazionale San Damiano svoltosi a Brescia. Alcuni giovani partecipanti si chiedevano con preoccupazione: «Io ho un lavoro sicuro; come faccio a pensare di licenziarmi ed entrare in convento? E se poi non funziona e torno indietro, come faccio?».
In effetti non è un problema da poco! Qui si vede chiaramente che seguire il Signore Gesù sui passi di Francesco d’Assisi non è uno scherzo, è qualcosa che ti può rovesciare la vita! Ne posso dare testimonianza! Anche per me qualche anno fa, infatti, era arrivato il momento del grande dilemma: avevo 23 anni e un lavoro sicuro che mi appassionava molto. Nel cuore, però, sentivo un desiderio insaziabile, che continuava da molto tempo, di mettere da parte queste cose per vivere lo stile francescano, per darmi agli altri, per stare con il Signore. La decisione, però, è arrivata in maniera molto graduale e grazie all’aiuto del mio padre spirituale.
A convincermi è stata una cosa in particolare: avvertivo quella nostalgia insaziabile del Signore e di una vita spesa per lui e sentivo che questa continuava forte dentro di me, non solo nei momenti duri, bui, in cui avrei volentieri buttato tutto all’aria per cambiare vita. Anzi…, percepivo che quel desiderio profondo perdurava anche in quella nuova situazione che ora vivevo, quando finalmente la vita mi stava riservando momenti splendidi e pieni di gioia, un lavoro appagante e stimolante, persone che mi stimavano e mi volevano bene… Tutto andava per il meglio, eppure ancora io cercavo altro! Ecco, questa consapevolezza mi ha convinto a fare il passo.
Al momento di parlare con il mio capo mi tremavano le mani: volevo davvero «buttare via» tutto questo bene che veniva comunque dal Signore, che era regalo suo, per un’avventura nuova di cui sapevo ben poco, che magari nasceva da una mia illusione? Ed è stato lì che il Signore ha fatto, ancora una volta, la sua parte! Sì, ha aperto ancora una volta una strada in mezzo al deserto, dove sembrava che proprio non ci potesse essere: quel mio capo che si era sempre mostrato attento più al profitto che alle esigenze delle persone, che non guardava in faccia a nessuno pur di portare avanti gli interessi dell’azienda, proprio lui, era ora davanti a me che mi ascoltava in silenzio, sorrideva e mi diceva: «Nico, io non capisco e non condivido questa scelta, ma sento che è una cosa grande, importante, e ti appoggio!». E, morale della favola, in poco tempo mi ha concesso quell’aspettativa che proprio non mi spettava, e mi ha permesso di muovere i miei passi dentro la vita francescana!
Certamente questa non è una risposta ai dubbi che molti di noi giovani si portano dentro, è solamente un’esperienza, la mia, di un ragazzo di 23 anni che, a un certo punto; ha rischiato ciò che aveva di prezioso e promettente tra le mani per un’avventura inedita che lo seduceva più di ogni altra certezza a buon mercato. Mi sento dunque di incoraggiare tutti voi, invitandovi a non temere e a fidarvi del Signore e del suo sogno per voi. A quanti chiama, Egli dona anche la forza e la gioia di scelte audaci, libere e generose, oltre ogni calcolo umano. Una preghiera reciproca.
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
1 comments