Da bambino a bambino
«In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”» (Gv 8,1-11).
Che brano meraviglioso per noi sposi. Qui si parla di un adulterio, di un tradimento, di una donna che è stata trovata ad amoreggiare con un uomo che non era suo marito. Se la prendono con lei perché, all’epoca, non era rilevante che anche l’uomo avesse partecipato. Come allora, anche oggi i tradimenti non sono passati di moda e continuano a consumarsi tra le coppie. Ma il rapporto sessuale extraconiugale non è il solo modo che abbiamo per tradire il nostro partner. Sono un traditore ogni volta che rinnego, nei fatti, il giuramento assunto nel giorno del mio matrimonio di amare e onorare mia moglie nella salute e nella malattia, nel bene e nel male. Ogni volta che perdo la pazienza con lei sono un adultero, ogni volta che non la ascolto attentamente sono un adultero, ogni volta che non tengo conto di lei mettendo prima i miei bisogni sono un adultero.
Adulterare significa falsificare e solitamente lo si fa con gli alimenti: delle mozzarelle di bufala adulterate saranno delle mozzarelle in cui non vi è esclusivamente latte di bufala, ma vengono fatte passare per tali. Negli ingredienti scriverò delle cose che sarebbe giusto ci fossero, ma in realtà ho manipolato quell’alimento al fine di spendere di meno aumentando così il margine di profitto. Spesso sarà capitato anche a noi di «adulterare» il nostro matrimonio. Parliamo di pazienza, di rispetto, di perdono, di ascolto ma poi nei fatti facciamo altro, trascinati dai nostri egoismi, dai nostri limiti, dal peccato. Non serve essere andati con un altro uomo o un’altra donna per essere degli adulteri. Oggi ti do una bella notizia: tu sei l’adultera (e l’adultero) del brano… E tu sei anche uno scriba e un fariseo. Sei l’adultera quando sei tu a tradire l’impegno assunto di prenderti cura dell’alleanza con il tuo coniuge, sei lo scriba o il fariseo quando, dinanzi all’altro che agisce deformando il matrimonio, «adulterandolo», lo/a condanni.
Gesù accoglie questa donna trovata in flagranza di reato e ascolta la proposta degli scribi e dei farisei: agire secondo la legge di Mosè (e questa prevede la lapidazione). La risposta di Gesù a questa situazione così carica di tensione (c’era la vita di una persona in ballo), è straordinaria e creativa: si mette a scrivere sulla sabbia. Ho dovuto pensare un po’ per comprendere che cosa potesse significare questo gesto e, avendo tre figli, dopo poco la risposta è stata chiara: sono i bambini che di solito scrivono sulla sabbia! Di fronte a un gruppo di persone dotate di autorità, che si ergono in una posizione di genitori severi, che vogliono far rispettare le regole, che, se sbagli, ti danno una punizione, Gesù si mette a fare una cosa da bambini, come scrivere per terra. Fa una cosa inutile, perché quello che ha scritto verrà cancellato dai piedi del primo che ci passerà sopra.
L’adultera agisce dal vertice della sua bambina interiore, sceglie sulla base del suo bisogno di trovare un momento di gioco e di piacere tra le braccia di quell’uomo che non era suo marito, e Gesù si mette al suo livello, come quando ti abbassi all’altezza di un bambino per potergli parlare. Poi Gesù, di fronte alla ripetuta richiesta di dare una risposta, si alza (cioè si rimette in una posizione adulta) e afferma: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». Questa frase ti spinge ad andare all’essenza della tua fallibilità, ti fa prendere contatto con la tua parzialità, con la tua incapacità a evitare il peccato. Questa frase ti costringe a uscire da una posizione genitoriale e giustizialista verso l’altro, per riscoprirti anche tu portatore di vulnerabilità e fragilità come colui o colei che vorresti condannare.
È una frase che ti rimette in contatto con la tua parte bambina, e i bambini sbagliano, non si sanno gestire, i bambini si allontanano dai genitori per inseguire qualcosa che li incuriosisce, e i bambini si perdono. Chi sono io per voler «lapidare» mia moglie perché ha tradito il patto nuziale? Anche a me capita di farlo, anch’io sono pieno di peccati. E allora sono costretto a mettere giù la pietra della giustizia, per abbracciare la libertà della misericordia. La nostra salvezza deriva dal fatto che nessuno ci condanna, neppure Gesù, e possiamo ripartire e riprovare a non peccare più (o, almeno, provare a farlo un po’ di meno). Auguriamo a noi sposi di poter essere l’uno per l’altro il volto di questo Cristo che non condanna, perdona e rilancia verso il bene.
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