«Le scrivo perché voglio che sappia che i giovani non sono tutti corrotti e violenti. L’Italia è un Paese democratico; solo per colpa di qualcuno che crede di cambiare l’Italia con azioni vergognose è diventato un Paese in cui il popolo ora vive nel terrore. Che accadrà domani? È questa l’angosciosa e preoccupata domanda che noi ci poniamo alla fine di questa giornata».
Lassù ad Asiago, sull’altipiano dei Sette Comuni, tutto parla ancora del grande autore de«Il sergente della neve». La panchina e il tavolo di legno tra gli alberi sotto casa, dove nella bella stagione Rigoni Stern accoglieva i visitatori, sono sempre lì. Manca solo la betulla: è stata tagliata lo scorso novembre perché malata. L’aveva piantata lui, era uno dei suo alberi preferiti insieme al larice.
Belgio, Marcinelle,8 agosto 1956. In uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier scoppia un incendio, quota 1035 metri di profondità. I minatori rimangono senza via di scampo, soffocati dalle esalazioni di gas. Moriranno in 262, di dodici nazionalità, 136 gli italiani. Una tragedia riconosciuta come la catastrofe degli italiani all’estero.
È il ritratto di tante città raccontate non solo attraverso la loro arte e architettura, ma anche attraverso il loro «volto». Un'interessante prospettiva di viaggio che l’autore ci invita a fare con lui, attraverso città lontane o vicinissime a noi, molto antiche o recenti. Le unisce un filo comune: la rapida trasformazione che ne sta stravolgendo i tratti.
Dopo essersi imbarcato su un traghetto postale che da Napoli faceva rotta verso Palermo, il giovane Ettore Majorana fece perdere le proprie tracce. Sulla sua sparizione si sono fatte molte congetture: suicidio, fuga in un altro paese, cambio d’identità, un volontario esilio dal mondo, magari in un remoto convento. A dominare su tutte le ipotesi, la pista sudamericana.