Senza sogni la vita è piatta, senza desideri si blocca, senza immaginazione diviene il rendiconto di un contabile intento a strappare i fogli ingialliti dal calendario dell’esistenza.
Siamo liberi, ma ogni tanto ci piace incatenarci da soli. La paura del giudizio degli altri è una delle catene che ci può imprigionare per tutta la vita, impedendoci di dare il meglio di noi.
L’altro, il diverso da noi ci spaventa. Eppure la nostra vita è tessuta di relazioni: nessuno di noi è felice da solo. Perché il volto e lo sguardo dell’altro hanno il potere di umanizzarci pienamente, spezzando il giogo dell’isolamento e dell’anonimato.
Non è l’amore, in realtà, a spaventarci. È la nostra vulnerabilità, il timore che essa, consegnata ad altri e non rispettata, diventi occasione di sofferenza. È il rischio insito nell’amore, che però non ha alternative.