Ma anche no
Il libro è frutto di «un’intuizione percepita e coltivata per molti anni» dal noto prete romano. Il problema è il seguente: di fronte alla condizione di precarietà in cui ci troviamo, spesso la risposta è quella di assolutizzare un dettaglio apparentemente sicuro e insieme di banalizzare altri aspetti. Questo non risolve la difficoltà, ma ne genera altre; è il modo in cui nascono le eresie nella Chiesa, la quale ha invece sempre cercato di ricondurre a unità, secondo la logica dell’«et-et» (pensiamo a quando diciamo che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo). La maturità è di chi sa riconoscere che il male non è tutto da una parte e il bene tutto dall’altra.
Rosini propone una via d’uscita, sulla base dell’esperienza cristiana: il distacco dal possesso, l’elemosina come preparazione alla decisione, l’autoironia nel non prendersi troppo sul serio, l’astinenza e il digiuno non tanto dal male, quanto da ciò che non è il vero bene, la preghiera come via di verità che consiste nel consegnarsi al Padre per ritrovare se stessi. Alcune tappe sono singolari: la santa pigrizia, rispetto alle fatiche inutili; la santa avarizia, per difendere ciò che è prezioso; la santa superficialità, per evitare il perfezionismo.
La vita va affrontata ogni giorno, senza ossessive preoccupazioni e fantasie («a ciascun giorno basta la sua pena»), imparando l’arte dell’interruzione, in risposta alla chiamata di Dio alla conversione, e l’arte di contraddirsi, facendo spazio a una revisione critica alla luce della Parola. Con un linguaggio diretto e un continuo riferimento alla vita quotidiana, l’autore mette in chiaro lo scopo del percorso: la misericordia, che lascia al centro le persone, l’amore cristiano che «coincide con lo Spirito Santo, nasce dalla gratitudine e dall’amore di Cristo che è grato al Padre».
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