La drammatica vicenda di una giovane afghana, in attesa del visto di studio per l’Italia, e del fidanzato, bloccati dall’occupazione talebana di Kabul, il 15 agosto 2021. Pochi giorni per tentare di raggiungere l’aeroporto e fuggire, con l’aiuto remoto di un professore e dei carabinieri italiani sul campo, superando il distacco dalle famiglie che li vedono sposi poche ore prima di partire. Un invito a porre attenzione a una situazione che rischia di protrarsi a lungo nell’indifferenza generale.
«Non era vero niente di quello che ci lasciavano intendere gli adulti». Questo grido di protesta è raccolto da Charmet, psicoterapeuta e psicologo italiano, autore di vari saggi sull’adolescenza. È la contestazione di un adolescente di fronte alla pandemia: si è parlato tanto di regole e limitazioni, ma non si è affrontato il tema cruciale della morte, di fronte al quale ci si è trovati impreparati.
Non per l’Africa ma con l’Africa. C’è differenza, infatti, e molta, tra fare qualcosa per qualcuno e fare qualcosa con qualcuno. Il per «si traduce in una logica assistenzialista, identifica due posizioni diverse e istituisce una gerarchia, ribadisce una distanza»; il con, invece, «pretende reciprocità», richiede un cammino fatto insieme in cui si impara l’uno dall’altro.
I mondiali di calcio in Qatar sono finiti nell’occhio del ciclone per l’alto numero di vittime registrato nella realizzazione delle infrastrutture. Ma la cura per l’umanità viene prima dello sport.
L’autore islandese, plurinominato al premio Nobel, ci offre un racconto delicato, che segue il cammino di Avvento del pastore Benedikt, il quale ogni anno vive questo tempo in modo singolare: in compagnia di un cane fedele e di un tenace montone, va in cerca delle pecore, non pervenute ai raduni autunnali, che si sono perdute tra le nevi dei monti islandesi. Il testo è una perla: nel suo procedere «piano piano, con prudenza, lentamente e senza affanno» ci mostra i valori essenziali dell’umanità.