Carmen Mammola, regina d’italianità
Sulla vetta dell’acropoli celtica, in corrispondenza del confine romano, il castello di Bratislava, scelto come residenza imperiale, domina sulla Cattedrale di San Martino e sul Danubio che collega la città a Vienna. Nella capitale slovacca, «regina» d’italianità – è il caso di dire proprio «regina», dal momento che Maria Teresa d’Austria fu incoronata qui, nel Duomo dei reali ungheresi – è la professoressa Carmen Mammola, lettrice di ruolo di Italiano all’Università Comenio, dopo gli anni accademici passati all’Università Matej Bela a Banská Bystrica, nella regione centrale. A Bratislava risiede una piccola comunità di italiani, i cui figli, assieme agli studenti slovacchi, frequentano la sezione istituita nel 1991 del liceo bilingue italo-slovacco dell’Istituto Sáru. Tra i punti di forza dell’istruzione liceale, il gymnázium garantisce, il primo anno, 20 ore settimanali di italiano per raggiungere il livello avanzato della conoscenza grammaticale e lessicale, e propone scambi con le nostre scuole statali offrendo l’occasione di confrontarsi con le realtà linguistiche e culturali italiane nelle loro varie caratteristiche e declinazioni. Presso la piccola Kostol Navštívenia Panny Márie, la «chiesa dell’ospedale», ogni domenica i fedeli possono ascoltare la Santa Messa in italiano.
La professoressa Mammola ci racconta da quanto tempo vive in Slovacchia: è arrivata nel 2021 con una curiosità innata, quella voglia di mettersi in gioco e la volontà di promuovere la lingua italiana sfruttando la capacità di interagire con le persone, provenendo da un liceo linguistico EsaBac (per il conseguimento del doppio diploma italiano e francese) dove insegnava inglese, e dopo aver svolto l’incarico di commissario esterno agli esami di Stato in Brasile, Argentina, Colombia e Cile. La professoressa ha una laurea in lingue straniere, conoscenze pedagogiche, un master in mediazioni linguistiche e la certificazione Dils (Didattica dell’italiano a stranieri) di II livello. Inoltre è esperta in management delle istituzioni scolastiche e formatrice ministeriale.
Motivare gli studenti
All’Università di Bratislava la professoressa Mammola insegna nei corsi di italiano applicando un approccio metodologico funzionale-comunicativo basato sulla motivazione per rinforzare gli interessi degli studenti, ad esempio sull’arte, la fonologia, l’opera lirica e la gastronomia. Gli studenti conoscono meglio le città del Nord-Est e le tradizioni locali delle regioni più vicine. In Slovacchia il piatto tipico sono gli gnocchetti di patate con formaggio di capra e pancetta fritta, i bryndzové halušky, ma a loro piace andare nella pizzeria da Alfonso, al Basilico o in altre trattorie come il Gatto Matto. La lettrice ci spiega come è cambiato il suo lavoro nelle due università, raccontando che nella prima aveva pochi studenti e si avvertiva l’esigenza di rivitalizzare l’offerta con eventi culturali, come la conferenza di Raffaele Mantegazza della Bicocca, la visita del linguista Massimo Vedovelli, la lezione di Umberto Galimberti, e quella del glottodidatta Paolo Balboni. I titolari della cattedra erano due professoresse slovacche, “private” della possibilità di mantenere il dipartimento aperto a causa dell’eliminazione della lingua italiana e di quella spagnola. «Sono rimasta solo io, la lettrice, senza le due professoresse – spiega Mammola –. È arrivato il giorno in cui ho parlato con l’ambasciatrice d’Italia per chiedere il lettorato di italiano a Bratislava. Oggi sono la prima lettrice Maeci (Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale), alla facoltà di Lettere e filosofia del dipartimento di Lettere dell’Università Comenio».
La natura di Banská Bystrica
Le giornate a Banská Bystrica erano diverse da quelle nella capitale: «Bratislava è un crocevia di genti che assorbe molte culture». A Banská Bystrica l’attrazione più importante è la natura alpestre: i Tatra sono una catena montuosa come le Alpi, con la possibilità di fare dei tour guidati di hiking (escursioni in giornata, ndr). Per integrarsi, la lettrice si era iscritta a un corso di slovacco: «è una lingua slava con i casi e senza gli articoli, e ho avuto delle difficoltà a studiarla. La lingua italiana è un intrigo sofisticato, un incontro tra vocali e consonanti mentre lo slovacco ha suoni gutturali e poche vocali. La Slovacchia ha un ritardo in ambito musicale dovuto alla chiusura storico-politica che si è acuita negli anni del socialismo».
A Bratislava ci sono molti luoghi d’incontro, come «il mercato vecchio di sabato, ma è aperto anche in altre occasioni, come per il concerto natalizio. Ho scoperto una città di media grandezza, tranquilla, giovane, dove si parla inglese, una città di cultura con tante attività, eventi, mostre. Al Teatro nazionale slovacco ricordo un bellissimo Lago dei cigni. Per l’Opera, il teatro è pieno e ci vanno anche i giovani. La Galleria Nedbalka è una piccola Guggenheim. Il Danubiana Meulensteen Art Museum è una galleria d’arte contemporanea. Il presidente della Repubblica si chiama Peter Pellegrini, non parla italiano, ma ha il bisnonno trentino. C’è una forte comunità di imprenditori nel campo alimentare e dell’automotive. L’imprenditoria italiana, iscritta alla Camera di Commercio italiana, ha già trent’anni, ed è attiva, ad esempio, nell’industria dei materassi e in altri settori. La città offre mostre, le fontane nelle corti, il palazzo presidenziale e statue in ogni angolo della città».
L’Istituto italiano di cultura promuove corsi di italiano destinati all’utenza slovacca. «Lo scorso maggio – conclude Mammola – ha proposto la retrospettiva sul cinema di Ferzan Ozpetek. Organizza inoltre la Settimana del cibo italiano, la Settimana della lingua italiana nel mondo, e il concerto di Natale. Assieme al ministero degli Esteri ha celebrato l’anniversario di Italo Calvino con una mostra ispirata alla raccolta di racconti Le città invisibili e un convegno per celebrare il trentennale delle relazioni bilaterali tra i due Paesi. Vi ha partecipato la precedente ambasciatrice, Catherine Flumiani, prima di cedere il testimone all’attuale ambasciatore Gianclemente De Felice».
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