La violenza dei giovanissimi

Stiamo abbandonando i ragazzi e le ragazze a un destino di «orfanità educativa». Tra madri troppo accudenti e padri assenti, la politica preferisce investire in cemento o strade piuttosto che occuparsi del futuro delle nuove generazioni.
17 Gennaio 2025 | di

Continua ad aumentare il tragico elenco delle morti violente per omicidi o suicidi con protagonisti ragazze e ragazzi minorenni. Esiste una traccia comune tra tutte le vicende? Penso di sì ed è il baratro educativo in cui è caduta una generazione. Non tanto sul piano dei bisogni educativi materiali, quanto su quello dei fondamentali, quelli che sostengono la crescita e che sembrano non interessare più a nessuno. In questa assenza si riconosce un fil rouge che crea le condizioni favorevoli per atti impensabili, agiti come se ci si trovasse dentro un videogioco. «Non so perché l’ho fatto» dichiara uno di questi ragazzi violenti, rendendo chiarissimo come il confine tra realtà e fantasia sembra non essere stato acquisito a livello di comportamenti e di mentalizzazione. Sembra mancare un substrato di apprendimento, quello che da sempre si definisce «imparare a stare al mondo» e che rappresenta il collante necessario nel passaggio da una generazione all’altra. 

Salta agli occhi l’assenza di un educativo paterno che sappia porre un limite tra i desideri e la realtà. Che possa chiarire come la vita sia convivenza e non il tentativo di assoggettare chi ti sta vicino alle tue pretese. Serve un paterno che sappia aiutare a riconoscere, affrontare e gestire gli inevitabili conflitti relazionali senza che siano percepiti come un pericolo. Questa figura sembra essersi liquefatta in contemporanea all’assenza di una forte comunità sociale educativa che potrebbe funzionare come valido sostituto. Stiamo di fatto abbandonando i ragazzi e le ragazze a un destino di orfanità educativa, con i mille pericoli che ciò comporta.

Tra eccesso di maternage (l’insieme delle cure affettuose e premurose tipiche dell’atteggiamento materno, ndr) e ruolo paterno latitante, viene a mancare un gioco di squadra che consenta di non mettersi alla pari con i propri figli e di mantenere i propri ruoli. I ragazzi e le ragazze non hanno bisogno di genitori amici, ma di adulti che sappiano reggere il peso del proprio ruolo. A farla da padrone è l’isolamento, specie quello virtuale, che sopperisce a una difficoltà nello stare con gli altri, nel creare quella compagnia adolescenziale che da sempre ha fatto da sfondo creativo alla crescita dei ragazzi e delle ragazze. Un isolamento che a volte gli stessi adulti sembrano incentivare, nella paura che il gruppo si riveli pericoloso.

Il punto vero, quindi, è che nelle tragedie di questi ragazzi e ragazze non ci sono colpevoli. Ci sono drammi che si consumano nell’indifferenza sociale e politica. È mai possibile che a fronte del costo di 900 mila euro per una rotonda, non si riesca a dare alle famiglie un adeguato sostegno economico per far frequentare ai propri figli i centri estivi, le scuole dell’infanzia e gli asili nido? I genitori sono soli. Occorre investire di più nel sostegno educativo alle famiglie, alle scuole, allo sport, alle strutture di aggregazione. Dobbiamo dare vita a una riflessione comune su come i nostri soldi debbano essere usati. Continuare a spenderli in autostrade e cemento o ricordarci che la priorità sono le nuove generazioni? Se le tradiamo solo perché non votano, tradiamo noi stessi e il futuro di tutti.

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Data di aggiornamento: 17 Gennaio 2025
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