«Lo avete fatto a me»
Cento giorni di guerra in Ucraina. Si muore e si vede morire, si resiste o si scappa. Non posso dimenticare gli sguardi dei profughi delle guerre che ho raccontato da giornalista. Costringere qualcuno ad abbandonare la sua casa è una violenza assurda. Le vittime sono tutte uguali, perché tutte le guerre sono fratricide. Eppure, sembra che molti si siano stancati di seguire le notizie che arrivano dall’Ucraina, figuriamoci quelle di guerre che si combattono in Paesi lontani... Anche tra chi accoglie, però, ci sono segnali preoccupanti. Offrirsi di ospitare profughi in fuga da Kiev, ma poi rifiutarne due perché «neri», dimostra che la scelta a monte non era morale, ma conformista. Quando la guerra è iniziata, Michael e Meshak (i due ragazzi rifiutati) erano studenti di Medicina ed Economia all’Università di Kiev. Erano già profughi di guerra, con i genitori uccisi in Nigeria da Boko Haram. Giunti in Italia e rifiutati da chi avrebbe dovuto accoglierli, sono stati ospitati a Casteldaccia (Palermo) da suor Anna Alonzo, veterana dell’accoglienza sincera.
Leggendo la notizia ho pensato subito a «Lo avete fatto a me», uno straordinario evento che il fotografo Luigi Ottani e l’attrice e autrice teatrale Roberta Biagiarelli, da sempre impegnati nella diffusione di valori umani, hanno realizzato al Festival filosofia di Modena. I visitatori pensavano di trovare foto di Luigi in mostra, invece, dietro ciascuna delle cornici appese al soffitto, c’era una persona pronta a raccontare la sua vita. «Non gabbie dove i protagonisti sono rinchiusi – racconta Ottani – ma set fotografici dai quali si può uscire o entrare, osservare o partecipare». Lo stupore è stata la prima emozione che ha colpito i visitatori. Poi c’è stata la curiosità, l’inizio di un dialogo e il »contagio»: più di tremila visitatori in pochi giorni. Un’esperienza formativa che ha offerto un rapporto con la realtà, annullando le distanze. Le storie e le foto dei dieci protagonisti sono raccolte in un libro, e un video è stato realizzato da Andrea Calderone. Alla realizzazione dell’evento hanno contribuito tre cooperative sociali: il Consorzio di Solidarietà Sociale, Domus Assistenza e Caleidos.
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