Fare i conti con la propria finitudine è un percorso complesso e traumatico, che ha, però, risvolti spirituali ed etici di grande profondità. Chi è consapevole dà valore a ogni gesto, riconosce il senso di ogni storia umana.
Parlare di morte parlando d’amore. Perché ogni amore che sia tale fa desiderare l’eterno, fa immaginare un per sempre insieme, oltre la morte. Sconfiggendola.
Il cammino compiuto dai genitori che hanno perso un figlio è sempre un cammino sacro. Una via crucis dolorosa che però, a volte, può approdare a mete di senso che parevano impensabili.
Novembre ci sollecita a pensare alla morte. Non come la nemica della vita, ma come sua «sorella», secondo la lezione di san Francesco nonché quella, inascoltata, della pandemia.
Se fino a qualche decennio fa strumenti come box o girello venivano abitualmente utilizzati, oggi i nuovi genitori li rifiutano, rendendo così la crescita dei loro piccoli più libera, più ricca di opportunità e di scoperte.