Il vizio di vivere
Ed ecco qui che siamo giunti a maggio! Un mese pieno di vita e speranza, se pensiamo alla primavera nel pieno della sua rigogliosità, e a una delle feste più belle dell’anno, la Festa della mamma. Tuttavia, maggio è anche molto importante sul piano religioso e spirituale perché è il mese di Maria, madre di Gesù. La sua figura, infatti, è centrale nella fede cristiana poiché Maria ha pronunciato diversi «sì» parecchio significativi: «sì» allo Spirito Santo, «sì» alla nascita del Figlio di Dio, alla sua vita, morte e risurrezione. Spesso dire di sì viene considerato sinonimo di passività, o è metaforicamente associato all’idea del «piegarsi». Ma noi che amiamo guardare le cose da altre prospettive, potremmo ribaltarne il senso: basta considerarlo come il risultato finale di un complesso percorso di accettazione che ci stimola a impegnarci per vivere pienamente.
A tal proposito, non posso non fare riferimento a una figura femminile di grande spessore culturale, famosa tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso in Italia: parlo di Rosanna Benzi, scrittrice e giornalista, colpita nel 1962 da una grave forma di poliomielite che le causò una tetraplegia e una grave insufficienza respiratoria. Rosanna era perciò costretta a vivere in un polmone d’acciaio presso l’ospedale San Martino di Genova. Nel suo libro, Il vizio di vivere (Rusconi, 1984), Benzi scriveva di aver confidato, proprio nel maggio del 1963, ad alcuni suoi amici di voler offrire la propria vita per la guarigione di papa Giovanni XXIII, ormai sul punto di morire. Questo gesto di profonda umanità spinse il Pontefice a ringraziarla pubblicamente con una lettera e a impartirle la sua benedizione. Da quel momento in poi il nome della scrittrice raggiunse una grande notorietà, al punto da portarla a impegnarsi attivamente nel sociale e per i diritti delle persone con disabilità. Rosanna fondò nel 1967 la rivista «Gli Altri» (di cui fu direttrice), attraverso la quale lanciò varie campagne sui temi della disabilità: la campagna contro le barriere architettoniche, quella per l’abbattimento dell’IVA sulle carrozzine, oltre che inchieste sulla sessualità delle persone con disabilità e sui trattamenti che i pazienti psichiatrici subivano nei manicomi.
Io ho avuto il privilegio di incontrare di persona Rosanna Benzi: eravamo nei primi anni Ottanta, e «nell’aria» c’era l’idea di creare a Bologna un centro di documentazione sull’handicap. Dunque, andai a Genova a incontrarla in ospedale. Appena entrato nella sua stanza, ricordo bene che avrei voluto scappare, angosciato nel sentire il rumore del suo polmone d’acciaio. Ero solo un ventenne e l’impatto per me fu davvero potente. Ma fu un attimo: i nostri occhi si incontrarono e lasciammo così che i nostri discorsi e pensieri si intrecciassero,facendo scomparire quel rumore «cupo» e «metallico». Perché ve l’ho raccontato? Per dire che tutte e tutti abbiamo bisogno di figure femminili come quella di Maria. Abbiamo bisogno di donne che lottano con tenacia, andando oltre la propria condizione, di donne che hanno il «vizio di vivere». E voi conoscete donne che hanno pronunciato dei «sì» coraggiosi? Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Instagram e Facebook.
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